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Personaggi illlustri

Ultima modifica 27 novembre 2018

Davide Lajolo (1912 - 1984)

La famiglia è di origine contadina e Lajolo è rimasto sempre legato al suo paese natio così da fare di Vinchio un luogo letterario con i suoi fortunati libri di racconti I Mé (1977) e Il merlo di campagna il merlo di città (1983). 
Giovane intellettuale, illuso dal fascismo, nell’inverno del 1943 matura la scelta di diventare partigiano sulle sue colline con lo pseudonimo di Ulisse. 
Ha raccontato la sua esperienza in due libri Classe 1912 (1945), (poi ristampato con il titolo A conquistare la rossa primavera), e Il Voltagabbana (1963).
Giornalista, uomo politico e scrittore, è stato direttore de L’Unità (1948-1958) e di Giorni Vie Nuove (1969-1978), deputato al Parlamento (1958-1972). Interessanti sono suoi libri di contenuto politico I Rossi (1974), Finestre aperte a Botteghe oscure (1975), Ventiquattro anni – Storia spregiudicata di un uomo fortunato.
Diventò uno scrittore di successo con Il vizio assurdo – Storia di Cesare Pavese (1960) (poi ristampato con il titolo Pavese), Fenoglio, un guerriero di Cromwell sulle colline delle Langhe (1974), Il volto umano di un rivoluzionario – La straordinaria avventura di Giuseppe Di Vittorio, per citare i più importanti, vincendo numerosi premi tra cui il Premio Viareggio per la letteratura nel 1977 con Veder l’erba dalla parte delle radici.
Nell’archivio dello scrittore, conservato nella sua casa di Vinchio, ci sono tracce molto significative dei molti contatti da lui avuti con scrittori, giornalisti, registi, uomini politici e anche pittori, a cui ha dedicato il suo ultimo libro Gli uomini dell’arcobaleno (1984).
Allo scrittore è dedicato Centro Culturale e il Museo multimediale “Vinchio è il mio nido” (via cap. Lajolo), la scalinata che sale dalla piazza F. Vercelli alla piazza S. Marco, dove sorge il busto in bronzo eseguito dallo scultore Floriano Bodini e una lapide apposta sulla sua casa natale in via Ramaudio 4. 
Sul territorio sono segnati tre Itinerari letterari, con punti di partenza dalla Cantina sociale e dalla piazza F. Vercelli.


Frate Colomba da Vinchio

Frate Colomba da Vinchio (XIV sec.), dell’Ordine dei Frati Domenicani, autore del Liber Imnorum (conservato nella Biblioteca del Duomo di Novara, Codice 117), un testo di celebrazioni liturgiche e di devozione ad uso personale dell’autore, in cui oltre agli inni della tradizione vi sono anche composizioni originali.
Tra queste annotazioni vi sono il racconto in versi Il detto del Re e della Regina e una Lauda alla Vergine ispirata a Jacopone da Todi, insieme a undici proverbi, che sono le prime composizioni in piemontese antico che si conoscono.


Padre Maria Petri da Vinchio

Padre Maria Petri da Vinchio (XVIII sec.), dell’Ordine dei Frati Minori Francescani, fu esperto costruttore e decoratore di globi celesti e mappamondi, alcuni conservati nella Biblioteca del Seminario e nel Museo civico di Casale.
Particolarmente bello è il globus coelestis del 1745. Fu valente maestro di una scuola di cartografia e studioso di opere matematiche e geografiche.


Ettore Lajolo (1889 - 1917)

Ettore Lajolo, capitano del IV Reggimento Genova Cavalleria, caduto in battaglia a Pozzuolo del Friuli il 30 ottobre del 1917.
Al comando del suo squadrone alla difesa di sbarramento contro il nemico, diede grande prova del suo coraggio e della sua fermezza. Quando ebbe l’ordine di ripiegare, valutando che il nemico avanzava senza più resistenza, fece rimontare a cavallo i superstiti del suo squadrone e diede l’assalto al grido: “Giovanotti, parla Genova, il IV squadrone non scappa, ma si cala l’elmetto e galoppa”. Gli fu assegnata la medaglia d’oro al valor militare della prima guerra mondiale. A lui è dedicata una via nel centro storico del Paese.
Il fratello Oreste Lajolo (1894-1916), tenente del IV Reggimento Genova Cavalleria, rimasto appiedato e circondato dai nemici, morì valorosamente in combattimento un anno prima di Ettore e fu insignito della medaglia di bronzo al valor militare.

Vedi e scarica la Motivazione Concessione M.O.V.M. al Capitano Ettore Laiolo


Fratel Teodoreto (1871 - 1954)

Giovanni Garberoglio - Fratel Teodoreto, viene battezzato il 10 febbraio 1871 con i nomi di Giovanni Andrea e fin da adolescente manifesta l’attitudine di catechista.
Conosciuto l’Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, entra nel noviziato dei Fratelli a La Villette in Savoia.
Il 1 novembre 1887 fa la vestizione religiosa e riceve il nome di Fratel Teodoreto. Nel frattempo consegue i titoli accademici per l’insegnamento e svolge la maggior parte della sua attività nelle scuole elementari popolari della ROMI (Regia Opera Munifica Istruzione), diventando direttore delle scuole di Santa Pelagia a Torino.

Nel 1913 fonda l’Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata, canonicamente eretta dal Card. Richelmy, Arcivescovo di Torino, il 9 maggio 1914 e costituita in Istituto secolare il 24 giugno 1948, i cui membri si dedicano al catechismo ed agli oratori, collaborarono ai corsi di formazione professionale e danno assistenza sociale e spirituale ai barboni.
Consapevole dell’importanza della formazione professionale dei giovani lavoratori nel 1920 diede inizio ai primi corsi della Casa di Carità che successivamente daranno luogo alla Casa di Carità Arti e Mestieri, che oggi conta 16 centri di formazione professionale. Le istituzioni create da Fratel Teodoreto da Torino si sono diffuse in Italia, Perù, Eritrea, Congo e Brasile.
Il 3 marzo 1990 S.S. Giovanni Paolo II ha riconosciuto l’eroicità delle virtù di Fr. Teodoreto e lo ha dichiarato Venerabile. A Vinchio una via del concentrico è intitolata a suo nome. La festa annuale cade la domenica prossima al 13 maggio, giorno della morte.
La sua casa, situata in via Belveglio, è stata trasformata da Fratel Carlo Torchio in Museo, mantenendo gli arredi e gli attrezzi della vecchia casa contadina. Il Museo è gestito dall’Unione Catechisti del SS. Crocefisso (per informazioni: Parrocchia San Marco: 0141/950.125).


Francesco Vercelli (1883-1952)​​​​​​​

Francesco Vercelli, laureato in fisica ed in matematica, astrofisico illustre.
La sua attività si svolse in prevalenza all’Università di Trieste di cui fu Preside della Facoltà di Ingegneria e quale direttore dell’Istituto Talassografico di Trieste, ma la cui opera fu apprezzata in campo nazionale ed internazionale tanto che fu membro del C.N.R., della Pontificia Accademia delle Scienze e socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Scienziato di fama internazionale per i suoi studi sul mare e sull’atmosfera, organizzò per l’AGIP squadre di ricerca nel campo petrolifero con il metodo geoelettrico. Pubblicò importanti lavori scientifici, tra cui “L’aria nella natura e nella vita” ed “Il mare, i laghi e i ghiacciai”.
Allo studioso è intitolata la piazza principale di Vinchio (dove vi è la casa in cui nacque) e il Liceo Scientifico di Asti. Recentemente è stata autorizzata l’intitolazione al Prof. Vercelli della Sezione di Trieste dell’Istituto di Scienze Marine (Ismar).